Il prelibato frutto di una Viticoltura Eroica

I nostri Etna DOP Tìade e Longitudo15 vengono definiti vini estremi poiché nati sopra ogni limite, sono infatti vini prodotti da viticoltura eroica in condizioni impossibili come quelle del monte Etna:

Pendenza del terreno superiore al 30%, che quindi impedisce la meccanizzazione, di fatto le lavorazioni in vigna e la raccolta delle uve avvengono manualmente con metodi legati ai vecchi vignaioli;

Altitudini estreme che superano quota 500 metri s.l.m., sino ad arrivare a quota 900;

Vigneti dalle ridotte dimensioni, coltivati ad alberello sui terrazzamenti vulcanici;

-Condizioni climatiche non sempre ottimali, forti escursioni termiche dovute al microclima del vulcano;

-Tipologia di uve con produzioni enologiche di nicchia, i vitigni secolari del Nerello Mascalese e Carricante.

I nostri Etna Bianco ed Etna Rosso Biologici, quindi, ottenuti dalle relative bacche Carricante e Nerello Mascalese, offrono a chi li degusta l’espressione più vera dei vini vulcanici dell’Etna. Le particolarità di questi vini derivano principalmente dai terreni sabbiosi – vulcanici e dal microclima che fissano importanti profumi nell’uva. Il Nerello Mascalese da origine a rossi di assoluta finezza, il Carricante è ideale per produrre un vino bianco dalla particolare sapidità che raccoglie tutti i profumi del mare alle pendici dell’Etna.

Le Tìadi

I nostri vini sono dal carattere forte e deciso ecco perché li abbiamo voluti chiamare Tiade.
Le Tiadi erano le donne che costituivano il corteggio di Dioniso o Bacco, per i Romani. Sono talvolta riconosciute come Baccanti.
Uno dei simboli sacri era il tirso, un bastone nodoso avvolto da edera e pampini e sormontato da una pigna. Dioniso era identificato come dio dell’estasi, del vino, dell’ebbrezza e della liberazione dei sensi; venne quindi a rappresentare l’essenza del creato nel suo perenne e selvaggio fluire, lo spirito divino di una realtà smisurata, l’elemento primigenio del cosmo, l’irruzione spirituale della zoé greca, ossia l’esistenza intesa in senso assoluto, la frenetica corrente di vita che tutto pervade.

Il Meridiano 15

Tutti conoscono il metodo adottato, in modo univoco, per l’identificazione di un qualunque punto sulla superficie terrestre, ovvero attraverso la definizione di due valori, la latitudine (la distanza angolare di un punto dall’equatore) e la longitudine (la distanza angolare lungo l’arco di parallelo), misurati n gradi e sue frazioni. Il meridiano di Greenwich (detto Meridiano zero) viene considerato, per convenzione, il meridiano di riferimento, mentre a un’ora da Greenwich (15° E.) il meridiano passa per l’Etna, per questo motivo viene anche chiamato Meridiano dell’Etna e la sua importanza è data dal fatto che è il meridiano utilizzato per stabilire il Tempo dell’Europa Centrale (CET).

Tante sono, nei territori etnei, le rappresentazioni del meridiano, come ad esempio nell’area del Rifugio Sapienza (Nicolosi Nord), il quindicesimo meridiano viene segnalato da una piccola piramide, realizzata nel 2007, dove troveremo evidenziata per terra la linea del meridiano, mentre sulle quattro facce della piramide sono impiantati degli orologi solari e riportare nozioni astronomiche di base.